Il virus dell’Epatite C (virus ad RNA) causa la maggior parte delle epatiti non A e non B. Tramite la trascrizione inversa e la successiva amplificazione, si può rilevare la presenza del virus nel siero o nelle biopsie epatiche. Ciò permette pertanto sia di rilevare la presenza del virus quando ancora non è evidenziabile la risposta anticorpale (periodo finestra) , sia di verificare l’effetto terapeutico della terapia interferonica od antivirale in genere (analisi quantitativa). Inoltre, in caso di soggetti con di alanina transaminasi (ALT) normali ed infezione cronica la ricerca del genoma virale è necessaria per sapere se il virus è inattivo (esame negativo) o se il virus pur replicandosi (esito positivo) non è stato in grado fino a quel momento di danneggiare il fegato in modo significativo. Il virus dell’HCV è altamente variabile. Fino ad oggi sono stati individuati nove tipi che si suddividono poi in molteplici sottotipi. In Italia sono diffusi soprattutto i sottotipi 1a,1v,2a,2b,3. Poichè esiste una stretta correlazione tra il genotico del virus HCV e la risposta alla terapia interferonica la conoscenza del sottotipo infettante risulta essere un dato fondamentale per una corretta impostazione della terapia. L’infezione da HCV è caratterizzata da un quadro clinico di lieve entità con un esordio insidioso con ittero e malessere, spesso la sintomatologia può essere anche completamente assente. Il 50% dei pazienti infettati sviluppa un’epatite cronica che può evolvere verso la cirrosi. Nei nati da madri che presentano anticorpi anti-HCV sono state osservate diverse modalità di presentazione dell’infezione:
bambini con viremia transitoria, normali livelli sierici di transaminasi assenza di Ab anti HCV, un quadro acuto con elevazione dei livelli sierici di transaminasi, presenza di Ab anti HCV e presenza di HCV-RNA nel sangue fino a 18 mesi, un quadro di epatite cronica asintomatica con valori sierici di transaminasi fluttuanti. Dal 1990 sono disponibili test sierologici, per la ricerca di Ab anti-HCV in soggetti con sospetta infezione perinatale. La diagnosi viene confermata mediante la ricerca di HCV-RNA con la PCR, tale metodica sembra essere la più sensibile.